L’e-mail marketing funziona o è davvero morto come affermano alcuni?

Quando si pronunciano quelle due paroline, purtroppo si tende a storcere il naso, avendo in mente una sola cosa: bombardamenti e disturbo.

Forse perché abbiamo avuto delle esperienze negative in passato che ci hanno portato a disiscriverci da una continua ricezione di informazioni e promozioni o probabilmente perché non crediamo nella potenza del mezzo.

Se ti dicessimo che l’email marketing rappresenta un sistema intramontabile?

Non solo, ma che riguarda uno dei mezzi più proficui?

Adesso ti spiego come.

Ecco perché l’email marketing è ancora valido

Innanzitutto occorre affermare che si tratta di una forma di marketing diretto, come potrebbe essere facilmente intuibile.

È capace di realizzare relazioni, non solo tra azienda e cliente, ma anche tra brand, implementare l’audience e inviare aggiornamenti, informazioni e offerte.

Inoltre, si tratta di uno dei metodi più incisivi se si vuole far conoscere il proprio business.

E-mail marketing, funziona ancora o è morto?

Efficace e diretto

Nel 2019, laddove ogni mezzo di comunicazione si evolve dando anche spazio ad altre metodologie, viene da pensare che l’email marketing possa essere uno strumento antiquato e privo di qualsiasi tipo di successo.

Come già accennato, non è così.

Si tratta, invece di un sistema che funziona, si, funziona davvero.

Basti pensare che, mentre i post sui social o le inserzioni mirate svaniscono, le email restano impresse. Fino a quando l’utente non compie un’azione concreta su di esse.

Non basta ignorarle.

Non stiamo dicendo che il Social Media Marketing sia inutile in confronto all’argomento analizzato, solo che si tratta di tecniche completamente diverse che vale la pena di inserire come complementi, nel proprio piano marketing.

Completamente personalizzabile

A seconda dell’obiettivo che vuoi ottenere, le email possono essere anche personalizzate. Come vedremo tra poco, le assumono differenti funzioni e scopi: DEM, newsletter transazionali.

Sulla base di quanto desiderato, può essere eseguita una modalità differente, studiata appositamente per il raggiungimento dell’obiettivo precedentemente definito.

Facile suddivisione del target

L’email marketing non è uno strumento invasivo.

È vero, l’idea comune è diversa, tipicamente negativa.

La verità è che ogni cliente inserisce spontaneamente il proprio indirizzo email, dando l’input al creatore che sta dietro alle quinte, di intendere un particolare interesse presso il servizio o il prodotto sponsorizzato.

Grazie a tale azione di risposta da parte del potenziale cliente, è fattibile la suddivisione in segmenti, in gruppi all’interno del database volto all’organizzazione interna e al ricercare la soddisfazione del singolo individuo.

Solo grazie a questa ripartizione ti sarà possibile inoltrare messaggi mirati, focalizzati e idonei ad aumentare, di conseguenza, le conversioni.

Come si fa a capire quanti risultati soddisfacenti abbiamo effettivamente ottenuto?

L’ email marketing non riguarda un invio continuo sconsiderato e confuso delle email sulla base di sensazioni proprie, si tratta di un sistema automatizzato, implementato in precedenza, esclusivo e orientato a veicolare le scelte dell’utente, basandosi sulle quelle già intraprese.

Tali software professionali come MailChimp o Campaign Monitor, permettono, non solo di stabilire una grafica totalmente da zero o basata su pre-impostazioni, diversificata per ogni tipologia di email inviata, ma anche di monitorare le singole azioni dei destinatari: apertura mail, clic, letture, cestinature, download, disiscrizioni e così via.

Nello specifico quello che si andrà a monitorare sono:

Click-Through-Rate (CTR): semplicemente la percentuale dei destinatari che ha compiuto l’azione di cliccare su uno o più collegamenti contenuti all’interno del testo dell’email.

Da qui si capisce la capacità effettiva della newsletter.

Click-To-Open Rate (CTOR ): si tratta di un rapporto un tantino più complesso. In questo caso si ha la percentuale di utenti che ha cliccato sul messaggio e viene rapportata al totale di coloro che hanno aperto l’email almeno una volta sola.

Sottolinea la reattività degli utenti e la volontà di approfondire la conoscenza e la curiosità attuata dal contenuto ricevuto.

Bounce rate: si tratta del numero delle email inviate complessivamente, tradotto sempre in percentuale, ma che sono state “rimbalzate”, ovvero che hanno subìto, per qualche motivo, una mancata consegna. Può essere causato da indirizzi email non esistenti, oppure a causa di un problema temporaneo.

Conversion rate: tale azione è molto importante, in quanto sottolinea i potenziali clienti che denotano una reale intenzione di acquisto.

Si tratta di un clic a un link contenuto all’interno della newsletter che porta al compimento dell’azione totale (di registrazione, sottoscrizione, acquisto o download).

Unique Open Rate (UOR): qui ci si riferisce al numero di lettori unici sul totale delle email inoltrate. Non vengono contate tutte le aperture effettuate da un unico indirizzo email, ma solo una volta.

List growth rate: fa comprendere l’entità dell’audience di un determinato periodo di tempo.

Email sharing/Forwarding rate: Il vero interesse si dimostra anche dalla voglia di volerlo comunicare agli altri. Da questa informazione è misurabile la percentuale di condivisione di un contenuto della newsletter attraverso canali social o utilizzando semplicemente l’account di posta elettronica.

Rec (Tasso di recapito): da questo segmento riusciamo a capire se le nostre email siano state effettivamente recapitate senza essere state bloccate da sistemi antispam.

E-mail marketing, funziona ancora o è morto?

Investimenti irrisori
A differenza di altri sistemi di sponsorizzazione, l’email marketing non richiede un elevato dispendio economico da parte nostra.

Si tratta, inoltre, di un investimento che porta alla creazione di rapporti duraturi nel tempo, aventi lo scopo di farsi conoscere, scoprire e sperimentare.

Anche in un secondo momento, magari, quando le disponibilità dei soggetti raggiunti, potrebbero essere migliori.

La cosa che più conta, però, è trasmettere la mission, la professionalità e la serietà che contraddistingue il nostro marchio.

È come se si trattasse di una grande corrispondenza, di una conoscenza graduale che, però, può dare grandi risultati basati sulla fiducia e la trasparenza.

Il fatto che all’interno di un’email o newsletter venga esposto il pulsante “unsubscribe” dà al lettore un senso di tranquillità e di consapevolezza del mezzo.

Di controllo.

Non si sente obbligato a dover leggere per forza ciò che vogliamo che sia portato alla sua attenzione, come accade per i banner improvvisi pubblicitari, per esempio.

Nella sua casella di posta è l’utente che comanda.

E questo dona sicurezza.

Come fare email marketing

Ecco che passiamo alla parte pratica e anche più utile, se vogliamo: come fare email marketing.

Una cosa è certa, come avrai capito dai paragrafi precedenti, non si può pensare di effettuare questa tipologia di marketing attraverso Gmail o altri client di posta elettronica.

Sarebbe pressoché impossibile.

Nel tempo, molti hanno pensato che fosse il modus operandi corretto, essendo pienamente convinti di poter avere il controllo totale delle varie azioni e delle risposte da parte degli utenti, ricevendo anche l’ira funesta degli stessi non avendo la possibilità di interrompere, o disiscriversi appunto, dalla valanga di informazioni che ricevevano.

Devi avere a disposizione software che ti permettano di facilitare la vita, di semplificarti i modelli di newsletter fornendoti dei layout da cui prendere spunto.

Ma, soprattutto, che possano fornirti dei dati concreti e ben fatti su cui basarti per procedere al meglio con la tua strategia di marketing completa.

I programmi a cui ti potrai affidare sono i seguenti:

Mailchimp
● Sendblaster
● Mailup
● ActiveCampaign
● SendinBlue
● Getresponse

Dietro a questi programmi sussiste un lavoro molto complesso, fatto di statistiche, di aggiustamenti, studio di settore e di contenuto.

Gestione degli invii

Ancora una volta il contenuto è una delle parti fondamentali.

E-mail marketing, funziona ancora o è morto?

La gestione degli invii si basa proprio su questo: sullo studio e sulla creazione dei contenuti mirati, accattivanti, orientati ad attirare e a veicolare.

Il primo passo, dunque, è quello di creare contenuti ad hoc mediante calendario editoriale, in modo tale da soddisfare i tuoi obiettivi.

Una volta creato questo, è necessario inserirlo come testo creativo, nelle email all’interno della piattaforma scelta, attraverso l’editor offerto.

Nello specifico come avviene il procedimento di email marketing?

Sicuramente il potenziale cliente è riuscito ad arrivare sul tuo blog o sito web, attraverso buone azioni di digital marketing quali SEO e Social Media Marketing.

Le cose sono due: o si è iscritto con lo scopo di effettuare un download per la tua brochure o ebook, o per continuare ad avere informazioni sui tuoi servizi o prodotti.

A quel punto lui il primo passo lo ha fatto, adesso tocca a te.

Sulla base di quello che arriva sulla sua casella di posta, sarà portato o meno a valutare, leggere ed, eventualmente, scegliere quello che hai da proporre.

Se rimane soddisfatto, il gioco è fatto.

Ecco il rapporto di fiducia e fidelizzazione di cui parlavamo prima.

Newsletter, DEM e chi più ne ha, più ne metta

Qual è la differenza tra queste differenti modalità di invio?

Entrambe sono orientate alla conversione e fidelizzazione dei clienti, ma vediamo insieme quali sono i cambiamenti sostanziali.

Newsletter

Viene intrapresa sostanzialmente come un mezzo di informazione.

Pura e semplice. I contenuti che sono inseriti in questo sistema si orientano, appunto, alla diffusione di informazioni specifiche, in forma pressoché testuale.

Ottima dal punto di vista della fiducia.

Il lettore non si sente minacciato, costretto o pressato,
ma ha a che fare con semplici scritti aventi lo scopo di donare avvisi, delucidazioni e novità.

E-mail marketing, funziona ancora o è morto?

L’intenzione è quella di descrivere l’azienda, il business e il brand al punto di fare una vera e propria conoscenza con il destinatario che ha, effettivamente, manifestato la voglia di intraprendere un certo tipo di rapporto.

Potrebbe essere definita come una pagina di giornale, all’interno della quale sono posti in
evidenza titoli che servono a stimolare la curiosità.

Infatti, come alcune riviste, l’invio deve essere periodico (non troppo ravvicinato però!

Non vogliamo stressare le persone e portarle al punto di pentirsi di essersi iscritte).

DEM, ergo, Direct Email Marketing

In questo caso ci si riferisce proprio a un’email inviata tramite account di posta elettronica.

Cosa cambia nella pratica?

Ti ricordi del marketing mix di cui abbiamo parlato tempo fa?

Ecco, è uno strumento che fa parte del proprio business.

Atto a voler incrementare il fatturato.

È una comunicazione commerciale volta a rendere note promozioni, offerte e coupon.

La newsletter è un mondo in divenire, la profilazione è sempre possibile in ogni momento ed è fattibile la sua modifica.

In questo caso, invece, la targhettizzazione è scelta a priori.

È focalizzata e precisata in partenza.

Insomma, l’email marketing è un mezzo sicuro, utile e capace di rendere la tua strategia infallibile.

Come in ogni cosa, occorre avere equilibrio.

Dunque, evitare di intasare la casella di posta altrui non inoltrando le stesse cose a tutti in maniera del tutto casuale, ma valutando, personalizzando e impiegando del tempo a decifrare le statistiche per capire su cosa migliorare.

Può essere uno strumento davvero incredibile, se fatto nel modo giusto.

Sara Iannone

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