Tutto ha sempre stato riconducibile a lei, ogni cosa, da quelle che sono le relazioni interpersonali, a quelle professionali.

Non esisterebbe nulla se non ci fosse, se non fosse sempre stata presente, in ogni sua forma.

Niente accordi, nessuno scambio di pensieri, di intenzioni, di profitti, di sentimenti. Nulla avrebbe senso in sua assenza.

Di cosa sto parlando?

Della comunicazione.

Lei sola e insostituibile e capace di essere rappresentata in innumerevoli modi. 

Ogni cosa ruota intorno a lei, la diamo per scontata ma se non ci fosse saremmo completamente persi. 

In passato, forse, sotto certi aspetti era più facile da attuare, secondo altri veniva sviluppata in modo sicuramente più semplice e con meno sfaccettature, adesso invece, non solo viene ampliato il concetto, ma anche l’uso.

Infatti tutti possono essere in grado di comunicare e la possibilità si è ingrandita nel momento in cui i mezzi stessi sono incrementati e si sono diversificati. 

Ma cosa si intende precisamente con il termine “comunicazione”?

A quali altri nomi possiamo abbinarla e, soprattutto, come si è evoluta nel tempo?

Analizziamolo insieme. 

Come cambia il ruolo della comunicazione nel tempo?

COMUNICAZIONE, STRETTAMENTE LEGATO A “INFORMAZIONE”

Sentiamo in continuazione parlare di società dell’informazione. Il manuale “Sociologia della comunicazione” di Luciano Paccagnella afferma proprio che gran parte delle questioni che occupano la nostra quotidianità, sono strettamente legate all’informazione: cercare nozioni che possano essere di aiuto a noi stessi e agli altri, riconoscere le informazioni giuste da quelle sbagliate, utilizzare a nostro vantaggio ciò che potrebbe convenire, decidere se utilizzare i dati in nostro possesso per comunicare o meno con gli altri. 

Di per sé, però, l’informazione è fine a se stessa, neutra, si riceve e si dà. Infatti siamo noi a decidere se una certa notizia può essere interessante e utilizzabile o meno.

Nulla di più.

E questo avviene proprio grazie a lei, la comunicazione.

Definita in linea generale proprio come “trasmissione di informazioni”. 

Insomma, siamo arrivati alla conclusione che sia essenziale comunicare, che faccia parte di noi, della nostra cultura e che non potremmo mai vivere senza.

L’etimologia latina della parola in questione riporta proprio questo: mettere in comune, condividere, ripagare il debito, quindi, inevitabilmente coinvolge due o più persone.

Tutti noi.

Ma come è cambiato il ruolo della comunicazione?

Alcune cose le possiamo immaginare, ma quali sono i pro e i contro delle innovazioni in tale ambito? 

COMUNICAZIONE: UN VIAGGIO NEL TEMPO

Come cambia il ruolo della comunicazione nel tempo?

Mentre ragionavo su questo argomento – apparentemente banale e scontato ma, in realtà, profondo e incredibile – tantissimi pensieri hanno riempito la mia testa. Riflessioni contrastanti, positive ma anche negative. 

Tuffiamoci nel passato.

La prima cosa che mi viene in mente è la comunicazione interpersonale, magari tra due amici o, ancora meglio, tra due persone innamorate.

Cosa permetteva di esprimere i propri pensieri, sentimenti, idee o proposte?

Le lettere, ovvio. Che meraviglia!

Un pezzo di carta – scelto con estrema cura, si intende – sopra il quale veniva sfoggiata la migliore calligrafia che si era in grado di realizzare.

Si impiegava molto tempo per fare una bella e significativa lettera: per scriverla, spedirla e riceverla.

Ma, vogliamo mettere la suspence che si creava grazie a tale attesa?

Che intimità, che poesia e magia!

Poi… è arrivato WhatsApp.

Esattamente la stessa cosa, non è vero? 

In effetti, però, ragionando ulteriormente, è bene tenere in considerazione che veniva eseguita la medesima modalità anche per questioni commerciali e lavorative e il patos romantico descritto prima, sicuramente veniva sostituito da un’ansia pazzesca.

Per cosa? Per il fatto che lo scritto potesse andare perso, sottratto o che ci mettesse troppo ad arrivare a destinazione.

Diciamo che in tal senso le email hanno semplificato di gran lunga i nostri affari, oltre che a rendere tutto super veloce. 

Più precisamente, sono proprio la modalità di comunicazione, i mezzi usufruiti e gli effetti sulle persone ad essere mutati di gran lunga nel tempo. 

Grazie ai famosi telegrammi e le lettere precedentemente citate, si può affermare che ci fosse una trasmissione di messaggio e di informazione one to one (uno a uno).

Nello specifico, tale sistema prevede che sussista un flusso comunicativo da parte di una sola fonte verso un unico utente.

Il classico mittente e destinatario che si scambiano informazioni tra loro. 

Con il passare degli anni e l’arrivo di nuove tecnologie, quello che è si è voluto mutare, oltre agli strumenti, appunto, è proprio la quantità di persone da poter raggiungere.

Quindi da one to one, si è passati a one to many.

Da individuale a massificata.

Sarebbe a dire la presenza di più persone riceventi e di un solo mittente. 

Come cambia il ruolo della comunicazione nel tempo?

Ma non è finita qui, no no. Vi è stata un’ulteriore evoluzione.

La comunicazione ha subìto ulteriori connotazioni: internazionale e globale.

Mi spiego meglio: la trasmissione del messaggio è arrivata ad essere many to many, totalmente paritaria, condivisa, atta a voler dare modo a tutti i partecipanti di fornire e acquisire informazioni.

Tale flusso è riconducibile in special modo ai new media. 

Nello specifico e approfondendo la questione, laddove in passato vigevano esclusivamente due modi per comunicare – parlato e scritto – adesso abbiamo ampie modalità di espressioni, e numerose nature di contatto

face to face: classico faccia a faccia che può coinvolgere due o più persone trattandosi di diffusione orale;

non face to face: tramite strumenti quali telefono, videochiamate o internet. 

Un ulteriore sottoinsieme è composto da: 

– flusso comunicativo unidirezionale: un messaggio, per esempio, che non prevede una risposta, ma che è stato trasmesso a titolo informativo;

bidirezionale: rapporto di interazione normale tra due persone;

multidirezionale: coinvolgimento di tre o più utenti che si relazionano tra loro. 

Fattibile grazie all’applicazione di mezzi innovativi tecnologici. 

Insomma, si tratta di una vera metamorfosi continua che ha scioccato la maggior parte della gente.

Molti sono convinti che questi processi evolutivi tecnologici siano il male, una distruzione dei valori e della tradizione, dei sentimenti, del romanticismo e di quello che è reale o meno, importante o superfluo.

Altri invece sono certi che si debba adattare la propria esistenza, le emozioni e tutto quello che racchiude l’interiorità e l’essere di ognuno di noi, adoperando le novità nel miglior modo possibile.

È vero, i bambini nascono e dopo poco tempo sono in grado di cambiare con il ditino le foto dallo smartphone; vi è propaganda (anche negativa) alla portata di tutti; foto, video e contenuti sui Social che qualche anno fa sarebbero sembrati oltraggiosi mentre ora passano quasi inosservati… ma è anche vero che si è creato valore, attivato l’economia e migliorato 

le condizioni di vita, anche lavorativa, come ad esempio l’utilizzo aziendale dello smart working

Sicuramente in molti sensi la comunicazione è diventata troppo espansiva, senza censure, creatrice di luoghi in cui tutto è concesso.

Questo, inoltre ci ha fatto diventare insensibili rispetto ad alcune tematiche e troppo permissivi.

È anche giusto affermare, però, che se utilizzata nel modo corretto, la comunicazione moderna, adornata da strumenti tecnologici evoluti, può aiutare e fare davvero la differenza. 

In ogni cosa, la parola d’ordine è sempre la stessa: equilibrio.

Sta a ognuno di noi capire fino a che punto spingersi, cosa voler trasmettere e guardare.

Capire cosa è giusto e cosa non lo è e cercare di mettere dei limiti per salvaguardare il cuore, i sentimenti e la purezza che in passato contraddistingueva, sicuramente di più, il genere umano. 

Tu cosa ne pensi?

La comunicazione è cambiata in meglio o in peggio?

Sara Iannone

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