Ormai è sempre più nota, utilizzata e amata. È lei, la SEO. Oggi parliamo di copywriting per il web, e di come questo debba essere utilizzato.

SEO, questa strana parola è entrata nel nostro vocabolario, o meglio, nel dizionario del digital marketing da anni ormai, anche se il suo utilizzo si è sviluppato solo con il passare del tempo e con la condivisione e il raffinamento delle sue tecniche. 

Si tratta dell’elemento più importante, colui mediante il quale tutto può essere possibile e trovato sul web. Insomma, SEO copywriting è tutto ciò che riguarda la scrittura atta a produrre contenuti ottimizzati per i motori di ricerca. 

Ma cosa serve per elaborare testi che siano capaci di indicizzare il proprio business? Le cose da tenere a mente sono alcune: – chiarezza; – semplicità; – fruibilità; – immediatezza.

Adesso, però, vediamo insieme come affrontare al meglio questa professione e quali sono le cose che risultano essere di vitale importanza per la strategia volta ai contenuti.

SEO COPYWRITING: TATTICHE E FORMATTAZIONE 

Per prima cosa, se si vuole intraprendere la scrittura di un testo in chiave SEO è necessario riordinare le idee e comprendere quali siano gli obiettivi da voler raggiungere e il target da sbalordire e attrarre. 

Dobbiamo focalizzarci sull’argomento, la famosa parola chiave e tutte quelle correlate per ampliare il volume di conversione.

Sulla base di quello che è il settore di riferimento, basta dirigersi verso piattaforme quali Google Keyword planner, Ubersuggest o Seozoom che possono esserci di totale aiuto per effettuare fac-simile di ricerche mensili che potrebbero essere attuate dagli utenti. 

Una volta compreso quali siano i topic da analizzare e le keywords da avere nel proprio contenuto occorre chiedersi: quante volte devo inserire nel testo la mia bellissima parola chiave con tanto di volume di ricerca elevato?

Immagino che inizialmente possa essere naturale credere che più venga introdotta la parolina magica più la propria pagina web possa essere trovata e visualizzata.

La realtà è che l’equilibrio deve fare la sua parte e, quindi, non eccedere mai all’esagerazione ed esasperazione dei concetti. 

Perché questo?

Beh, perché si rischierebbe di essere ridondanti e stufare l’utente, inoltre – questione di maggiore rilievo – si potrebbe incorrere alla penalizzazione da parte di Google.

Non bisogna strafare, ecco il punto.

Quindi il trucco è che la parola chiave venga scritta in maniera naturale il numero di volte opportuno e che abbia senso. 

Copywriting per il web

Per facilitare il compito ci vengono in aiuto i sinonimi oppure la stessa key tramutata in plurale. Utilizzando una sintassi varia e consapevole potrai dare modo al lettore di dedicarsi a contenuti interessanti, non stancanti, completi e autorevoli. 

Ma dove è meglio inserire le keywords scelte accuratamente?

Esistono dei luoghi in cui queste ultime hanno maggiore autorità e sarebbe a dire nelle immagini, nei title e nelle meta decription.

Ora li spiegherò nello specifico.

TITLE E META DESCRIPTION

I title sono facilmente intuibili, ma le meta description che cosa rappresentano?

Si tratta di tag del codice HTML posizionati all’interno della sezione <head> della pagina.

Tali elementi, racchiusi insieme all’URL, sono definiti lo snippet.

Sono proprio loro che appaiono tra i risultati di ricerca e che Google legge, cerca e premia.

Capirai bene perché riguardano una parte fondamentale per la riuscita della SEO e di una maggiore visualizzazione da parte degli utenti. 

Ma come fare per ottimizzare il title?

Innanzitutto è bene che la parola chiave scelta sia presente all’inizio del tag; quindi permettere ai motori di ricerca di scovarla per prima.

Il top sarebbe non superare i 67-70 caratteri.

Perché come dicevamo prima: meglio essere sintetici, chiari e semplici anche in tal senso. 

Per le meta description invece: 

– ricordati di non superare i 160 caratteri per non incorrere in descrizioni lunghe, 

noiose, senza alcun tipo di senso che potrebbero non convincere o allontanare un potenziale visualizzatore;

– Cerca in questo piccolo spazio di utilizzare il più possibile la parola chiave scelta, ma attenzione! La regola di prima in merito al fatto di non essere eccessivamente ripetitivi vale ancora. 

HEADLINE E HEADER 

Nel contenuto elaborato in ottica SEO, esiste una gerarchia.

Tale accortezza garantisce una corretta struttura della pagina web e risulta davvero essenziale allo scopo preposto.

Alcuni degli ingredienti da inserire all’interno del progetto sono gli Header, o meglio, i vari titoli da elencare all’interno dello scritto (h1, h2, h3…).

Analizziamo il loro significato: 

Titolo h1: come è facilmente intuibile, si tratta di quello con maggiore rilievo e deve 

contenere immediatamente la parola chiave, posta sempre all’inizio se possibile e non va ripetuto mai.

Titolo h2: o meglio definito come sottotitolo.

Partendo dal presupposto che tutti i titoli e sottotitoli dovrebbero contenere la parola chiave o correlate, anche in questo caso è d’obbligo che sia presente in qualsiasi forma si voglia o si possa.

h3: è il sottotitolo del sottotitolo.

Di conseguenza si potrebbe considerare come un approfondimento di una parte del paragrafo h2.

h4, h5, h6… di solito sono davvero difficili da trovare, spesso all’interno di un contenuto, che sia blog post o un articolo, non si va oltre al sottotitolo h3 salvo casi eccezionali.

Anche per un altro motivo: a livello di SEO hanno meno valore dei primi 3.

Copywriting per il web

LUNGHEZZA E FORMATTAZIONE

Fino a questo momento ho voluto mettere per inciso alcuni di quelli che racchiudono i passaggi fondamentali per avere un contenuto ottimizzato ad hoc. 

Ma ogni volta che si affronta la possibilità di dover richiedere un testo da inserire nel sito web o nella sezione blog un dubbio atroce attanaglia: quanto dovrebbe essere la lunghezza corretta?

Ci tengo a precisare che non esiste assolutamente una misurazione giusta o sbagliata o un limite massimo da non dover varcare assolutamente.

Sulla base delle cose che si ha da dire e del topic che si esigenza di affrontare, le dimensioni del testo possono variare onde evitare di incorrere in operazioni controproducenti al fine del raggiungimento degli obiettivi. 

Talvolta è bene che un post-blog, per esempio, sia conteggiato con 300 parole, altre volte – se l’argomento lo richiede – si può estendere fino a 1000 o 2000 parole.

Ciò che racchiude la chiave per il successo è una: intercettare le giuste intenzioni di ricerca dell’utente. 

Ricorda, il testo va sempre diviso in paragrafi e non solo.

Mentre in un libro cartaceo non troverai mai il distacco tra le frasi, la classica interlinea aumentata, nel web sì e questo perché il collegamento visivo tra i due elementi è completamente diverso. 

In questo momento stai guardando uno schermo mentre leggi e se non pensassi a staccare completamente questi piccoli segni neri dallo sfondo bianco e non mettessi qualche punto di riferimento, ti stancheresti e cambieresti fonte. 

Qui subentra il neuromarketing.

O meglio come la nostra mente decide di affrontare la grossa mole di informazioni che vengono trattate da internet.

L’occhio, che a sua volta è uno strumento del nostro cervello, si appiglia a quelle che sono le zone comfort capaci di attirare l’attenzione, prima di iniziare a leggere e prima di decidere se continuare a stare su una pagina o meno. 

Di conseguenza a ciò, quando si scrive un testo molto lungo e complesso, per rafforzare la voglia del lettore di rimanere tra un paragrafo e l’altro, è utile usare titoli e sottotitoli. 

E per quanto riguarda i caratteri?

Si deve assolutamente variare e puntare su: 

corsivo per quanto riguarda le parole straniere o citazioni;

– il grassetto: sempre presente e insostituibile per rendere nota l’importanza di un elemento e per concentrare l’attenzione del visitatore esattamente su dove si voglia che sia.

Mi raccomando, non esagerare con le parole in grassetto, meglio non inserirne più di tre a paragrafo;

– testo sottolineato se ci fosse qualcosa di estremamente importante, anche se ormai siamo orientati a questo sistema quando si tratta di collegamenti esterni o interni;

– c’è chi utilizza anche il testo barrato per colpire l’occhio di chi guarda, o MAIUSCOLO.

Ma tendenzialmente nel nostro linguaggio comune il primo caso viene inteso per indicare qualcosa che non vale più e il secondo come grido impazzito.

Muniamoci di parsimonia.

– Infine, al via agli elenchi puntati, molto graditi dai nostri amici motori di ricerca, ma non solo, anche dai nostri possibili followers o acquirenti per la facilità di lettura che essi comportano! 

Ecco qualche consiglio, accortezza e trucchetto per riuscire a elaborare un testo adatto allo scopo di indicizzare la propria attività o servizio.

Anche se, questo, è solo l’inizio!

Sara Iannone

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  1. Pingback:Copywriting, un perfetto mix tra marketing e umanità

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