Il marketing online può apparire un universo selvaggio, una giungla di opportunità più o meno credibili in cui è difficile sapersi destreggiare senza una conoscenza ed un’esperienza di base.

Sicuramente è una nuova frontiera, sviluppatasi da pochi anni, per molti ignota e che in tanti può generare scetticismo in quanto ancora relativamente inesplorata, oltre che – almeno apparentemente – ancora poco regolamentata da leggi.

Ma, al di là di tali premesse, o forse in parte proprio anche per via di tali premesse, è bene focalizzarsi su una parola di cui sopra: opportunità.

Laddove non c’è moltissima conoscenza e codificazione, c’è parecchio da sperimentare, da scoprire, da innovare e da inventare.

A proposito di “inventare”, va però puntualizzato che il web marketing non è un’attività che si può improvvisare dall’oggi al domani.

Per quanto poco codificato, è un mondo che, come tutta la società ed il mercato reali e non virtuali, presenta comunque le sue regole.

La visibilità online ed una buona web reputation si conquistano grazie ad un lavoro di apprendimento di tali regole, per il quale occorre senza alcun dubbio investire tempo ed impegno.

Oltre a ciò, occorre naturalmente costruirsi una propria esperienza e competenza più “tecnica” circa la gestione di strumenti di internet come blog, link e siti web.

Il settore dell’e-commerce è uno dei pochi in Italia ad aver retto efficacemente l’impatto della crisi, anzi è cresciuto nonostante le difficoltà economiche del paese, se non proprio addirittura grazie a queste.

Tuttavia, se si effettua un confronto con altri paesi evoluti come Stati Uniti, Germania, Francia e Gran Bretagna, si nota che l’incidenza del commercio elettronico sul volume complessivo delle vendite nel mercato italiano è decisamente inferiore.

Quali sono le ragioni?

Innanzitutto va purtroppo detto che l’Italia è un paese spesso culturalmente conservatore, molto legato alle categorie tradizionali e restio al cambiamento; poi vanno evidenziati deficit di infrastrutture, come ad esempio la carenza di diffusione della banda larga sul territorio nazionale, che contribuiscono ad alimentare il digital divide, ossia il divario tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie informatiche e chi ne è escluso, in modo parziale o totale; infine vi sono lacune politiche, come il fatto che non sia mai stata predisposta dal governo un’Agenda digitale per l’Italia.

Tutte le strade portano al web marketing

Tutto ciò, se da un lato testimonia una situazione di obbiettiva arretratezza del nostro paese, d’altro canto lascia presagire un futuro prospero per l’e-commerce, con margini di crescita perfino a due cifre negli anni a venire, proprio in virtù di una riduzione di questo gap culturale e tecnologico che pare ormai inevitabile.

Un’opportunità importante, per esempio, il commercio elettronico la può offrire all’artigianato italiano: valorizzare i prodotti locali nel mercato globale è una delle sfide che un paese come il nostro, forte di un vasto patrimonio artigianale legato alle tradizioni ed ai territori, deve saper cogliere per affrontare con successo la globalizzazione.

“Glocalismo” significa appunto saper proporre in modo globale ciò che nasce locale.

Inoltre, se in Italia i consumi sono in crisi, lo stesso non può dirsi per mercati emergenti come Russia e Cina dove la domanda di prodotti di qualità è in forte crescita.

Ebbene, grazie all’e-commerce, per chiunque è possibile aprire un negozio online a costi bassi, anche se naturalmente non è sufficiente, in quanto occorrono esperienza, competenza ed un piano d’azione ben preciso.

Uno strumento assai utile a chi sceglie di fare del web marketing il proprio lavoro possono essere alcuni software di analisi statistiche, come Google Analytics, che dispone di funzionalità avanzate come la possibilità di tracciare le vendite generate dal proprio sito di e-commerce.

Così è possibile, ad esempio, misurare il ROI (Return On Investment) delle proprie attività.

Analizzando i trend dell’e-commerce in una prospettiva globale, secondo il periodico rapporto di Icecat si registra un aumento del 23% del volume di affari online nel primo trimestre del 2016 rispetto al trimestre corrispondente del 2015.

In testa alla classifica del marketing digitale risultano brand leader come HP, Lenovo e Philips, ma è interessante la crescita nel mercato online di Dell e Apple, oltre all’azienda taiwanese – operante anch’essa nel settore informatico – Asus.

Oltre ai prodotti informatici, tra le categorie di beni con la crescita di vendite online più veloce a livello mondiale vi sono lavagne magnetiche, spillatrici da ufficio, cosmetici e giochi da tavolo.

Tutte le strade portano al web marketing

Ad ogni modo, è bene evidenziare che in ogni settore dell’economia vi sono spazi che, prima di essere scoperti e sfruttati, rimangono a lungo inutilizzati.

La comunicazione online, tramite siti, blog e social network, sta diventando sempre più decisiva per quasi tutti i mercati.

D’altro canto, molte aziende italiane spesso non possiedono il know-how riguardo a come sfruttarla, cosa pubblicare, cosa non pubblicare e come sviluppare l’interesse di sempre nuovi utenti.

I siti ad esempio risultano spesso ancora poco fruibili e non attenti alle esigenze dei visitatori.

Una professione considerabile “di frontiera” è pertanto quella del web marketer, la quale da una parte fornisce ai giovani una delle poche nuove strade realmente promettenti in ambito lavorativo e dall’altra offre alle imprese la possibilità di coltivare nuovi mercati, anche distanti geograficamente, con strumenti moderni e sofisticati.

Il tutto, in fin dei conti, grazie a semplici click.

Sara Iannone

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